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Nasco nel 1965 a Lavagna, cittadina della Riviera Ligure di Levante. Dopo una adolescenza passata a investire tutti i mie soldi in componenti elettronici per realizzare circuiti per le più fantasiose e spesso inutili applicazioni, mi iscrivo a Ingegneria Elettronica all’Università di Genova.
Una mattina del gennaio 1988, mentre frequento il quarto anno, all’edicola della stazione ferroviaria trovo un numero di Scientific American che, in un articolo, racconta delle “Neural Networks”, nuovi algoritmi di elaborazione collettiva che scomodano paragoni arditi con l’organizzazione del nostro cervello…
Decido che è questo che voglio studiare nei miei prossimi anni. E’ il primo passo di un percorso di studi a cavallo di più discipline. Dopo un mese, con Luca, stiamo già lavorando alla tesi su questo argomento. Nascono una prima pubblicazione al IJCNN Conference di Washington D.C. e una tesi che discutiamo il 3 ottobre 1989.
Dopo il servizio militare, frequento il dottorato in Ingegneria Elettronica ed Informatica all’Università di Genova durante il quale (tra pizze da asporto notturne in laboratorio) scrivo con Silvio e il mio relatore, Giacomo Bisio, il mio primo progetto europeo FP3, CORMORANT (Cortical Maps of Resistive Anisotropic Networks). Finanziato!
Mentre sto per concludere il dottorato, il 18 ottobre 1993 vinco uno dei posti da ricercatore banditi per l’attivazione del Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica all’Università di Cagliari, dove prendo servizio il 28 febbraio 1994, per non lasciarla più.
Da quel giorno parte una fase più applicativa della mia ricerca. Vengono introdotte tecnologie di maggiore impatto industriale e professionale al fine di sviluppare competenze altrimenti non disponibili, da mettere a disposizione dei nostri laureandi. Con fondi del corso di laurea viene comprata la prima workstation con software di progettazione di microchip.
Nel frattempo ricevo il primo finanziamento dall’Agenzia Spaziale Italiana: è il progetto triennale Microsistemi ottici per la robotica spaziale che, oltre a permettermi di sviluppare microchip con il nostro partner IRST e l’Università di Trento, mi permetterà di contrattualizzare i primi laureati, i primi corsi e visiting professor che porteranno nuove competenze dentro il gruppo.
Nel 1996 sono al workshop Neuromorphic Engineering: 3 settimane sulle Montagne Rocciose (a Telluride) dove faccio le mie prime esperienze su chip mosfet a gate flottante, tra un BBQ e un rafting. Nel 2008 collaborerò a organizzare la versione europea di questo evento, che, da allora, si svolge a Capo Caccia.
Nel 1996 si laureano i primi tesisti. Da allora moltissimi studenti sono passati dal nostro laboratorio per farsi apprezzare in tutte le aziende del settore sia nazionali che straniere. Ovunque in Europa si trova qualcuno che mi fa essere orgoglioso di essere stato parte della sua formazione!
Nel 1997 nasce il primo microchip su silicio del nostro laboratorio: ne seguiranno molti altri…
Nasce una collaborazione con Paolo Randaccio e la sezione INFN per coinvolgere diversi tesisti per lo sviluppo dei loro microchip per radiologia digitale. Nel 1998 prendo servizio come professore associato. Nel 1999 inizio la mia carriera di selezionatore e valutatore di progetti europei, cominciando con un bando di Neuroscienze per poi essere impiegato sulla valutazione di progetti sulle Tecnologie Future ed Emergenti (FET), e in particolare per l’iniziativa Life-Like Perception Systems, su tematiche bio-ingegneristiche.
Al cenone di capodanno del 1999 Gian Paolo Tonini, dell’Istituto Scientifico Tumori, ci racconta che il futuro sta nei DNAchip e invita me e Annalisa a lavorare sull’argomento. I mosfet a gate flottante, opportunamente ripensati, sembrano la soluzione perfetta. Attorno a questa nostra idea, rielaborata da Massimo (nel frattempo diventato ricercatore), nasce il progetto europeo FP5 BEST nel quale per la prima volta sono coordinatore del consorzio internazionale. Dopo qualche chip e molte prove, nel 2004 arriviamo al mio primo brevetto internazionale (poi venduto) e a diversi articoli sul tema.
Nel 2001 parte il progetto MIUR di internazionalizzazione con l’Università di Granada che porta a dare il titolo congiunto ad alcuni dottorandi. Per alcuni anni divento docente del loro master in Ingegneria Informatica e delle Reti.
Dal 2001, Daniele ed io organizziamo una serie di sette viaggi di istruzione “on the road” negli Stati Uniti per visitare aziende del settore ICT con studenti dell’ultimo anno di Ingegneria Elettronica, esperienza poi replicata anche in Europa. Nelle foto di quei viaggi (oltre a lezioni dell’ultimo minuto in camera sulle tecnologie sviluppate dalle aziende che andavamo a visitare) si possono riconoscere studenti che sono diventati nostri colleghi, seri funzionari della Regione e altri che sono andati a lavorare proprio in quelle multinazionali.
Nel 2004 entro in contatto con il progetto CYBERHAND della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per ideare arti artificiali comandati dai terminali nervosi interrotti e collegati alla protesi attraverso circuiti elettronici. La nostra esperienza in microchip per applicazioni bio sembra il perfetto completamento delle loro competenze in bioingegneria. Nasce una collaborazione, attiva ancora oggi, che porta allo sviluppo di numerosi chip da sperimentare sull’uomo all’Università Cattolica del Sacro Cuore attraverso tre progetti PRIN nazionali, uno del Ministero della salute e da novembre 2013 il progetto europeo FP7 NEBIAS (NEurocontrolled BIdirectional Artificial upper limb and hand prosthesiS).
Nel 2003 per iniziativa di Bruno Picasso, del Dipartimento di Meccanica, mi trovo attorno a un tavolo con diversi docenti di UniCa che si occupano a diverso titolo di applicazioni bio-ingegneristiche. Nel 2004 sono segretario del Comitato di Gestione del Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica interdipartimentale, che viene attivato nel 2004/05 grazie all’impulso dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria e Medicina, per le quali Ingegneria Biomedica è Corso interfacoltà. Dopo aver preso servizio come professore ordinario, dal 2006 al 2012 sono Presidente del Consiglio di Corso di laurea. Nel 2007 laureiamo i primi dottori in Ingegneria Biomedica.
Dal 2008, con la riforma della didattica alle parole “interdipartimentale” e “interfacoltà” si aggiunge “interclasse” e un curriculum in più. Da allora, Ingegneria Biomedica diventa stabilmente uno dei due corsi con più immatricolati della Facoltà di Ingegneria (adesso, Ingegneria e Architettura).
Eccomi nel 2006 a Barisardo con tutto il gruppo e Hussein Chible dell’Università di Beirut a festeggiare a casa di Paolo la mia presa di servizio da ordinario. La collaborazione con l’Università del Libano è partita nel 1997 con finanziamenti dalle leggi 19 e 46 della Regione Sardegna. Un lungo percorso che porterà nel 2014 alla proclamazione del primo dottore di ricerca in cotutela tra l’Università del Libano e un ateneo Italiano.
Nel 2004 parte una lunga collaborazione sui sistemi digitali multiprocessore con ST-Microelectronics che portano a importanti relazioni internazionali, tra le altre, con le aziende ATMEL ed ESAOTE e con i progetti ALBA del MIUR, SHAPES (Scalable software Hardware Application Platform for Embedded Systems – FP6) e ASAM (Automatic Architecture Synthesis and Application Mapping – Artemis FP7).
Dal 2008, per un’intuizione di Paolo Randaccio del dipartimento di Fisica parte un filone di attività legato all’uso del digitale terrestre come mezzo per permettere a chi non sa usare un PC di accedere a servizi di telecare attraverso la TV. Per trasferire anche questa idea nasce lo spin off TechOnYou. Questa attività porta nel 2013 al finanziamento del progetto europeo HEREiAM (An interoperable platform for self care, social networking and managing of daily activities at home), di cui sono coordinatore e che vede tra i partner il Comune di Cagliari e partner tecnologici e assistenziali europei. Questo progetto è volto allo sviluppo di piattaforme per aumentare l’autonomia e l’empowerment dell’anziano.
Dal 2010 al 2013 sono coordinatore generale del progetto europeo MADNESS (Methods for predictAble Design of heterogeneous Embedded Systems with adaptivity and reliability Support – FP7) che vede tra i partecipanti INTEL, INFINEON, le Università di Amsterdam, Leiden e Dortmund. Oltre ai risultati scientifici, sarà particolarmente apprezzato nella valutazione finale l’empowerment di giovani ricercatori e ricercatrici.
Eccomi nella formale atmosfera dell’Università di Amsterdam nella commissione di discussione di una tesi di dottorato sviluppata nell’ambito del progetto MADNESS.
Nel 2011 il Prorettore alla ricerca mi invita a parlare dei nostri progetti europei alla seconda edizione della Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione organizzata dalla Regione Sardegna [ecco il link al video, il mio intervento inizia al min. 1.05]. Ne viene fuori una presentazione che evidenzia alcune lacune e suggerisce qualche soluzione, al termine della quale il prorettore mi propone di provare a migliorare quello che ho criticato. Qualche mese dopo nasce la delega rettorale alla promozione e sviluppo della partecipazione dell’Ateneo ai programmi europei di ricerca e sviluppo tecnologico, firmata il 7 luglio 2012.
Da delegato, in parallelo ad azioni di stimolo alla partecipazione, opero per avere regole e procedure definite per la gestione e la rendicontazione di progetti. Nel 2013 mi trovo a gestire la visita degli auditor incaricati dalla Comunità Europea per la verifica di alcuni progetti: dopo settimane di lavoro con Pasquale e Simona, l’audit si conclude con la conferma del finanziamento (superiore al milione di euro), nessun euro da rimborsare, nessun taglio lineare per l’Università di Cagliari.
Il 2014 è l’anno dei primi bandi Horizon2020, che cambia il focus dei finanziamenti europei chiedendo di integrare maggiormente le discipline per affrontare le sfide sociali. Organizzo alcuni gruppi di lavoro su temi su cui l’Università di Cagliari ha competenze distribuite che vanno aiutate a convergere. Partecipo a eventi internazionali come il Gender Summit, a iniziative di lancio di specifici bandi, all’Ambient Assisted Living Forum e alla SIS-RRI conference su “Science, innovation and society – achieving responsible research and innovation”.
Nel 2014 siamo anche attivissimi nel progetto HEREiAM nello sviluppare piattaforme ispirate dai bisogni dell’utente e pianificare le prove che si terranno a Cagliari, Anversa ed Eindhoven a Luglio 2015. Eccomi con il gruppo alla Flanders Business School di Anversa al termine di un workshop sul Business Opportunity Plan: in primo piano, il business model canvas del progetto.
Il 2014 è anche l’anno in cui festeggio i 20 anni ad UniCA. Lo faccio con i miei nuovi e vecchi collaboratori, con chi mi ha affiancato in questo percorso.
Nel 2015… vedremo.